Il 12 ottobre a Palazzo di Varignana, dopo una mattina di lavori nell’ambito del Duferco Energy Day 2021 si è svolto il Talk Show Sparks su “transizione e competitività”. Ci siamo chiesti con esperti, esponenti di associazioni e accademia se sia un vantaggio o meno per le aziende europee, in particolare quelle energivore, il fatto che l’Europa stessa stia facendo la “lepre” nelle politiche di decarbonizzazione: vantaggio di competitività o invece fardello?
Era inevitabile però non riferirsi anche al caro-energia che l’Europa in particolare sta sperimentando dalla fine dell’estate. Assunto che il veicolo dei rincari è il gas, è ragionevole chiedersi quanto il picco del suo prezzo sia anche legato, sebbene indirettamente, da un lato alle politiche di decarbonizzazione, dall’altro a quelle di incremento del peso dei mercati spot rispetto ai contratti di import gas “take or pay” legati al prezzo del petrolio, incremento fortemente voluto dalla Commissione UE negli scorsi anni.
Tra gli ospiti, ha iniziato in collegamento Massimo Beccarello, vicedirettore delle politiche industriali di Confindustria, che ha subito posto alcune questioni su cui la conversazione inevitabilmente sarebbe tornata: come ci assicuriamo che i settori del manifatturiero difficili da decarbonizzare non subiscano costi o vincoli bloccanti? Il disegno attuale del mercato dell’energia è coerente con un mercato sempre più caratterizzato da costi fissi e non variabili? Questo aspetto peraltro rischia di essere dimenticato in questa fase visto il caro-gas. E ancora: non è che gli incentivi alla generazione distribuita, per quanto essa sia una tendenza assodata, finiscano per essere basati su una visione “bucolica” di promozione del piccolo anche quando è inefficiente? A questo proposito Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, ha poi notato che difficilmente ci avvicineremo agli obiettivi di rinnovabili senza usare tutto il fotovoltaico possibile. Sui tetti, certo, ma anche quello a terra.
Sul gas, Claudia Checchi, partner di REF-E, non ha escluso un ruolo della Russia, che, se non è venuta meno ai contratti di fornitura già negoziati, nemmeno ha prenotato capacità per ulteriori forniture spot (anche se – nota di redazione – ora che il riempimento degli stoccaggi russi pare essere a buon punto le cose potrebbero cambiare). Ma la stessa Checchi ci ha avvertito anche che forse dovremmo abituarci alla volatilità di prezzo. Volatilità che del resto non è mai mancata nei mercati delle energie fossili, ma in questo caso è stata esacerbata da problemi di coordinamento e non di effettiva mancanza di gas. Matteo Leonardi, presidente del Think Tank ECCO, ha puntualizzato che dare la colpa ai costi di decarbonizzazione per questi prezzi è scorretto (e denota – aggiungerei – anche una certa parzialità, perché una simile visione ignora una lunga stagione di prezzi sia dell’energia sia dei permessi ad emettere CO2 piuttosto bassi di cui pure i clienti dell’energia hanno beneficiato). E ci ha ricordato, Leonardi, che quella della decarbonizzazione è la principale “sfida dell’umanità” oggi e che risolvere i problemi di governance per vincere questa sfida è un dovere. Anche Matteo Di Castelnuovo, professore di Economia dell’Energia alla Bocconi, userà la stessa espressione per parlare della lotta ai cambiamenti climatici.
E proprio sul sistema UE dell’Emission Trading e sulle tutele contro il rischio di delocalizzazione delle industrie ad alte emissioni si sono concentrati molti interventi. Per Carlo Stagnaro, direttore ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, le tutele contro il carbon leakage, così come i sistemi di calmiere ai prezzi, non sono incoerenti con la necessità di fornire un corretto incentivo all’efficientamento e alla riduzione delle emissioni, purché non cancellino il segnale dinamico della volatilità. Apprezzabile, sempre riguardo al caro-prezzi, la pazienza di Paolo Rocco Viscontini che al “colpa delle rinnovabili” ha contrapposto i dati sulla convenienza del fotovoltaico – soprattutto di grossa taglia – rispetto alle altre fonti elettriche. (Mentre i prezzi spot dell’energia – nota di redazione – sono trainati in alto dalle offerte in borsa delle centrali a gas che sono recentemente restate molto alte anche nei giorni in cui il prezzo spot del gas ha ritracciato vistosamente). Resta il fatto che forme nuove per la concorrenza nell’energia dovranno concentrarsi nell’approvvigionamento di risorse a termine, ha poi puntualizzato Matteo Di Castelnuovo, che rimane in generale ottimista riguardo alla disponibilità di tecnologie perché la decarbonizzazione sia vincente.
Per chi scrive, aver moderato la conversazione è stato divertente, ma anche non facile visto che ci eravamo tutti ripromessi di mantenere un ritmo rapido che non sempre si concilia con l’approfondimento. Ma il lettore attento può contare sulle singole interviste con i nostri relatori.