Secondo un report di Goldman Sachs di inizio settembre, quest’inverno ci sarà il picco dei prezzi energia, e in Italia la famiglia media spenderà su base annua 6000 Euro all’anno tra luce e gas, 500 al mese. Il Think Tank ECCO (con cui l’autore collabora) è più pessimista e ipotizza punte di 35€ al giorno di gas per riscaldare una casa nelle regioni più fredde.
Quanto dobbiamo aspettarci che i consumatori reagiscano a simili prezzi, ora che la maggior parte di loro dovrebbe aver avuto l’impatto con almeno una prima tranche di aumenti nelle bollette nel frattempo ricevute?
Il bilancio italiano del gas naturale mostra a luglio un calo dei consumi del 3,2% rispetto a un anno prima, malgrado il fabbisogno elettrico dei condizionatori e l’uso eccezionalmente alto della generazione elettrica a gas a causa della minor produzione idroelettrica causata dalla siccità.
In Svizzera nel periodo estivo 2022 i consumi di gas sono diminuiti di circa 1/5, una cifra impressionante.
Io personalmente non potrò contribuire molto alla riduzione dei consumi diretti di gas, perché ho già smantellato la caldaia a gas del riscaldamento da anni e oggi climatizzo l’appartamento con pompe di calore. Che comunque userò con molta parsimonia perché non ho alcuna voglia di lavorare per la bolletta, che sia dell’elettricità o del gas, e quindi alla fine sì, certamente farò la mia parte.
Se guardiamo all’indietro, non dovrebbe essere così remoto il ricordo di tempi in cui una climatizzazione perfettamente confortevole non era affatto la norma. Perfino nelle ville nobiliari e nei castelli fino ad almeno l’inizio del Novecento dubito si stesse molto confortevoli in inverno se non vicino al camino. Anzi, immagino il personale in cucina più caldo del povero nobile in pesanti vestaglie che si aggira in gelide sale dai soffitti sinistramente alti e finestre piene di spifferi.
Anche nelle case dove vivevano i miei nonni quando io ero piccolo l’unico ambiente ben riscaldato era la cucina, dove il cuore energetico pulsante era la “cucina economica” a legna – ve la ricordate? – quella stufa-piano di cottura e forno con un sistema geniale di cerchi concentrici in ghisa che permetteva al piano cottura superiore di aprirsi per dare accesso alla zona di combustione e caricarla di grossi ciocchi di legna ad ardere. Che meraviglia.
Le camere da letto in quelle case non erano riscaldate, se non all’interno dei letti con il cosiddetto “prete”: un piccolo telaio di legno simile a uno slittino affusolato che teneva alte le lenzuola e custodiva all’interno un braciere ardente.
Ora che viviamo in case meglio coibentate, non foss’altro che grazie alle finestre moderne installate con gli sconti fiscali, forse possiamo affermare che tagliare drasticamente i consumi da riscaldamento è fattibile senza rischiare la vita? Chi vuole. Certo l’assenza di cucina economica non aiuta (ma qualche giorno fa in trasferta in Trentino ho visto negozi di stufe a pellet agghindati come gioiellerie).
Chi non vuole risparmiare luce e gas può sempre pagare le bollette e consolarsi pensando che scherzi del genere le energie fossili li hanno già fatti in passato e che forse conviene investire per emanciparsene il prima possibile.