In seguito allo shock dei prezzi dell’energia, la politica ha ipotizzato di rivoluzionare il modo con cui i prezzi si formano sul mercato, al fine di evitare che il prezzo marginale, cioè quello che serve per acquisire l’ultimo MWh necessario a servire la domanda, condizioni anche quello dell’energia che ha costi inferiori.
In particolare, ci si è chiesti se non ci sia un disegno dei mercati che possa far sì che le fonti rinnovabili (che hanno costi variabili di produzione generalmente nulli se si escludono le biomasse e l’idroelettrico a bacino) vendano la propria energia ai propri costi medi, cioè quelli che permetterebbero per definizione di pagare tutti gli oneri e di affrancare i propri clienti dalla volatilità del prezzo delle energie fossili.
Quali sono le barriere a un funzionamento duale di questo tipo? Sono diverse, e tra le più critiche vedo le seguenti:
- A meno che il profilo di consumo e di produzione da una fonte (che vende a prezzo medio) non coincidano, si deve comunque ricorrere per le differenze a energia comprata sui mercati spot o addirittura del bilanciamento, prodotta con tecnologie oggi tipicamente ancora fossili e in generale caratterizzate da elevati costi variabili (anche solo costi-opportunità) di attivazione. Il prezzo del gas, quindi, finisce per rientrare nella bolletta finale.
- Finché le fonti rinnovabili non sono sufficienti alla fornitura di tutta la domanda, e quindi finché c’è una competizione potenziale dei clienti per acquisirne l’energia, non c’è un motivo per cui queste fonti dovrebbero vendere a un prezzo che cancella ogni loro margine di profitto. Una soluzione a questo punto potrebbe essere il passaggio a prezzi completamente amministrati, cioè politici, ma ciò richiederebbe innovazioni radicali al funzionamento – oggi basato sul mercato – dell’industria della generazione elettrica.
- Sviluppo dei mercati a termine
- Contratti di cessione a lungo termine dell’energia (PPA)
- Contratti finanziari di fissazione a lungo termine del prezzo dell’energia prodotta da un impianto (CFD)
- Forme di limitazione (financo retroattive) dei margini sul mercato per i produttori i cui costi marginali sono tipicamente più bassi di quello di fissazione del prezzo di breve periodo (le cosiddette norme sugli extraprofitti)
- Sviluppo delle alternative al gas per il bilanciamento delle reti e il complemento alle rinnovabili.