La tendenza più importante in corso in Europa e Italia è probabilmente la conferma del calo dei consumi di gas. Dopo le percentuali a due cifre del 2022 rispetto al 2021, l’Italia ha ridotto ulteriormente i consumi di circa l’8,5% nel 2023. Un risultato che probabilmente si deve al fatto che la mancata produzione idroelettrica del 2022, che per fortuna non si è ripetuta nel 2023, ha spostato in avanti l’effetto della reazione dei clienti alla crisi in termini di minori volumi di gas, che altrimenti sarebbero stati ancora più clamorosi nel ’22 stesso.
Il trend è frutto di una reazione ai prezzi razionale che i Governi colpevolmente non avevano previsto, fatta di risparmi e rinvii di consumo nel breve, ma anche, strutturalmente, di maggior efficientamento acquisito e maggiore adozione di fonti alternative al gas ove possibile. Parlo delle rinnovabili, che quest’anno vedranno in Italia un nuovo installato paragonabile a quello record a cavallo tra i primi due decenni di questo secolo, quando però a spingere c’erano incentivi altissimi. Oggi, al contrario, le rinnovabili restituiscono soldi al sistema grazie al meccanismo delle cosiddette aste FER, cioè quei contratti a due vie di stabilizzazione del prezzo che l’Unione Europea sta abbracciando come principale sistema di incentivo alle rinnovabili e non solo. (Una coda di incentivi invece resta sul fotovoltaico di piccola taglia, in particolare in esito al Superbonus).
Malgrado i risultati, molta della retorica comune è ancora molto scettica sulla transizione in atto. Ancora sentiamo dire che le rinnovabili non possono fornire tutta l’energia perché sono intermittenti, mentre già sono programmati meccanismi anche amministrati per assicurare che le capacità di accumulo necessarie a gestire quest’intermittenza arrivino. Solo timidamente, grazie all’iniziativa di pochi distributori elettrici nell’ambito di un programma sperimentale opportunamente lanciato dall’ARERA, si vede in Italia l’alba di nuovi sistemi di flessibilità distribuita necessari alla sicurezza energetica senza le fossili, sistemi che in altri paesi d’Europa già offrono percentuali a due cifre dei servizi di bilanciamento delle reti.
Mentre l’UE si appresta a stabilire obiettivi al 2040 per non fallire quello del 2050 di decarbonizzazione dell’intera economia, rispetto agli obiettivi del 2030 i Paesi membri sono in attesa dell’approvazione dei rispettivi piani energia clima (quello che in Italia chiamiamo PNIEC), che nel nostro caso prevede attorno al 70% di rinnovabili elettriche al 2030. Un obiettivo non indifferente rispetto al 40% scarso attuale, ma non così ambizioso se pensiamo che la Germania è già oggi oltre al 50% di elettricità rinnovabile e che due paesi baltici si sono addirittura impegnati con norme interne al 100% già nel 2030.
Molti dati significativi sulle rinnovabili nel mondo sono in un report IEA uscito lo scorso dicembre. Ne cito qui uno piuttosto impressionante: in Cina si realizzerà la maggioranza assoluta della nuova capacità rinnovabile di qui al 2028, malgrado anche nella superpotenza del dragone, come da noi, gli incentivi alle FER siano stati notevolmente ridimensionati. Ed è sempre in Cina che sta avvenendo un fenomeno responsabile del calo dei costi degli apparecchi fotovoltaici: l’eccesso di capacità produttiva per pannelli e accessori, che ha mitigato nel caso del solare l’effetto negativo sulla competitività degli aumentati tassi di interesse.
E ancora in Cina l’azienda BYD è diventata leader mondiale (per numero di veicoli prodotti in un anno) dell’auto elettrica.
Ma anche altri grandi blocchi con una forte tradizione di energie fossili stanno investendo massicciamente nelle nuove tecnologie, tra cui India e Indonesia (è stato proprio il presidente indiano, un po’ furbescamente visto che i numeri assoluti dell’installato FER nel paese sono ancora bassi, a lanciare l’obiettivo del triplicare le rinnovabili entro il 2030 poi portato alla COP di Dubai).
In generale, conclude la IEA, ci sono pochi dubbi sul fatto che il trend mondiale dell’energia sia all’insegna delle rinnovabili e dell’elettrificazione.