Dolori profondi e disagi sociali. Distanti gli uni dagli altri. Quanti di quei ragazzi futuri si immedesimeranno nei loro “coetanei” di questi anni, costretti a sudare in viso, con temperature estive e mascherine a mutilare l’espressività dei loro sorrisi?
Leggeranno che la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, giunta a Roma, è stata accolta dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Mario Draghi per comunicare l’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Forse ci sentivamo imbattibili, inattaccabili e moderni. Tra cento anni ci scopriranno vulnerabili e antichi.
Ora siamo qui, in un inizio estate più caldo che mai. Il tempo è ora. Da qualche giorno timidamente ottimisti sui numeri della pandemia, ma ancora preoccupati dalle varianti che spaventano il mondo. Cerchiamo di riprenderci la vita. Cerchiamo normalità e, come dopo una guerra, è arrivato il nostro Piano Marshall (il cui vero nome era European Recovery Program e in realtà aveva molte differenze strutturali rispetto al PNRR). Un fiume di soldi (oltre 190 miliardi di euro – tra sovvenzioni e prestiti – entro il 2026) che arriverà a partire dalle prossime settimane in Italia.
La ripartizione di questi finanziamenti è già definita e il settore energetico sarà tra quelli maggiormente coinvolti (con severi obiettivi climatici di riduzione dei gas serra in atmosfera). Dobbiamo ripartire. Dobbiamo gettare le basi per le generazioni future, perché possano essere migliori di noi. Per quanto in nostro potere, facciamo in modo che lo siano. Il resto toccherà a loro.
Dopo una pandemia che ha squassato anche le regole algebriche più elementari dei calendari (quei futuri ragazzi, sfogliando l’almanacco dei Campionati Europei di calcio, si domanderanno come mai un torneo internazionale giocato nel corso dell’estate del 2021 si chiamava Euro 2020?), riprendiamoci il futuro.
Non è finita, lo sappiamo. Ci sarà da lottare ancora contro un virus che non vuole mollare.
È il momento di stringerci insieme per rialzarci. Con un sentimento quasi risorgimentale, lo stesso che ci pervade quando quei ragazzi azzurri in queste calde sere d’estate si stringono e gridano l’Inno d’Italia prima di tornare a farci emozionare. Ci sarà da lottare, dovremo sudare e soffrire, ma ne usciremo. Noi siamo qui!