Musica ed energia: ecco a voi il terzo numero di SYD

Giu 20, 2018 | News

Caravan Petrol | Renato Carosone di Francesco Lepre > Play Un “classicone”! Una pietra miliare della musica italiana…anzi della musica napoletana. Un maestro che ha tracciato un solco marcato e indelebile. Musica, tecnica e tanta ironia. Scanzonata interpretazione della vita. Ecco chi era Renato Carosone. Chissà cosa penserebbe oggi, vedendoci incollati agli schermi, con le palpitazioni…osservando i beffardi sali-scendi del petrolio. Sessant’anni da quell’Italia e siamo ancora qui a parlare di petrolio…anzi di Caravan petrol. Un mercato elettrico e gas impazzito, dietro una salita vertiginosa dell’oil nei mesi scorsi. Poi di nuovo discesa. Poi… volatilità alle stelle, dunque. Le montagne russe. Tachicardiche salite e ipotese discese. Una manna per i trader, uno spauracchio per gli energy manager. Proviamo a riderci su… L’Italia del dopoguerra. Ferite che si rimarginano. Il piano Marshall e tanta voglia di tornare a divertirsi. Lasciamoci alle spalle un passato troppo pieno di bombe e macerie. Abbiamo pianto troppo, è ora di cantare. È in questo contesto che Carosone (già intrepido e audace pioniere della musica ironica) esplode con i suoi generi di blues, jazz, musica etnica. Neanche a dirlo, anche lui un innovatore! E con la voglia di dimenticare e di ripartire, l’Italia si rialza al ritmo di Tu vuo’ fa’ l’americano e ‘O sarracino. Con un PIL galoppante l’Italia riparte. Sono gli anni delle scelte…Sono gli anni in cui si decide che Italia saremo. Pizza e mandolino, o industria e tecnologia? Poi: alea iacta est!La scelta è una mobilità privata, un’industria produttiva, infrastrutture. Un Paese in cui ciò che volevamo essere potevamo esserlo. Ma per realizzare il sogno, questo sogno, serve energia e Mattei lo sa. Un progetto di sviluppo supportato da indipendenza energetica mai realmente realizzato. Petrolio! L’oro nero. Il nuovo motore del Paese. E mentre l’Italia riparte, le serate in bianco e nero sono scandite dalle note di Caravan petrol. La parodia di un improbabile cercatore di petrolio per le vie di Napoli. Un’ironica rivisitazione di quella spasmodica dipendenza dal petrolio, divenuta attuale e quasi di moda in quegli anni. Come sembra attuale tutto questo! Sessant’anni, dicevamo. Certo qualche tweet in più (pensiamo a quelli che il Presidente USA ci ha abituato a vedere pubblicati, come quello di fine maggio scorso in cui si parlava di un prezzo del greggio “artificiosamente sostenuto”), ma alla fine siamo ancora qui, a parlare di petrolio. L’OPEC ha indetto successivamente e immediatamente per il 22 giugno un meeting per decidere i livelli di produzione. Il tweet di Trump è stato un monito. E subito dopo anche Putin dichiara candidamente: “A noi va bene un prezzo intorno ai 60 $/bl”. E del resto non è un segreto che l’offerta di greggio sia lunga e non rispecchia un innalzamento marcato dei prezzi. Basta guardare il numero di trivelle per la produzione di shale-gas e shake-oil, rapportati ai prezzi di Brent e WTI. Il prezzo scende? Le trivelle vanno in stand-by. Il prezzo sale? Le trivelle riprendono la produzione. Un effetto lumaca: dopo la pioggia riesce fuori. Caravan petrol, dunque. Ma l’Italia è molto diversa…e molto simile a quella di Carosone. Ancora dipendente dall’estero dal punto di vista energetico, alle prese con le sue diverse anime politiche. Un Paese price takerche non riesce a mettersi d’accordo con le proprie identità interne. Che fatica! E intanto sottovoce, soprappensiero, canticchiamo ancora Caravan petrol… L’efficienza energetica e le energie rinnovabili potrebbero aiutarci ad aumentare quella componente di indipendenza e a svincolarci almeno in parte dai tweet improvvisi e dall’emotività dei Paesi produttori. Intanto i prezzi power e gas a termine sul lungo periodo (Cal19 e Cal20) tornano a legarsi ai valori di oil e coal. Volatilità alle stelle. Hedgiarsio non hedgiarsi? Un dilemma…il dilemma di sempre! Intanto proviamo a ripartire. Sulla scia di una crisi che ha avuto nei mercati l’effetto di una piccola guerra. Recessione e poi via, di nuovo il segno “+”. Canticchiando Caravan petrol. Ripartiamo dunque, tra i tornanti degli energetici e la ricerca di un’identità di Paese. Ripartiamo…ma che fatica! Scarica l’articolo originale di Nuova Energia