Presto si ricaricherà più velocemente in autostrada: un emendamento alla legge di Bilancio appena approvata obbliga i concessionari autostradali a migliorare la rete di ricarica dedicate alle auto elettriche, aumentando la presenza di colonnine ad alta potenza, da 22kW in su, per fare in modo che il tempo di attesa per il completamento della ricarica, non superi quello del rifornimento di carburante.
L’obiettivo chiaro è quello di superare uno degli ostacoli che da sempre spaventano chi vorrebbe avvicinarsi alla mobilità elettrica: la possibilità di ricaricare la batteria durante i viaggi in autostrada senza dover fare lunghe soste in autogrill o addirittura uscire dall’autostrada.
Oggi, infatti, chi guida a zero emissioni è spesso costretto a lasciare l’autostrada per cercare punti di ricarica fuori, lungo il percorso.
Nelle intenzioni, i tempi di ricarica dovrebbero essere paragonabili a quelli richiesti per fare un pieno di benzina o di gasolio: un proposito non facile da mantenere, visto che è impossibile scendere al di sotto dei 20/30 minuti di attesa per ogni ricarica, anche nelle infrastrutture di ultima generazione.
Nella Legge di Bilancio sono anche indicati i tempi per l’entrata in vigore di queste novità: i concessionari autostradali avranno 6 mesi per adeguarsi alla nuova normativa anche se non si specifica ancora quale soggetto sia incaricato di verificare se si siano dotati di un numero sufficiente di punti di ricarica e di che tipo.
Quello che è chiaro, invece, è che ad un eventuale controllo, se si rilevasse una non conformità, i gestori dovranno permettere a chiunque faccia richiesta di candidarsi per installare le colonnine di ricarica sulle tratte di loro competenza.
In questo caso, il concessionario autostradale avrà l’obbligo di pubblicare una manifestazione di interesse per selezionare l’operatore più idoneo attraverso la valutazione delle condizioni commerciali, del tipo di contratto proposto e delle caratteristiche tecniche delle infrastrutture.