I veicoli elettrici condivisi a supporto di una mobilità aziendale sempre più sostenibile.
Nel 1998 con decreto ministeriale fu introdotta la figura del Mobility Manager, in applicazione del c.d. decreto Ronchi, e alle aziende fu per la prima volta richiesta la redazione annuale di un piano spostamenti casa-lavoro (PSCL). Nel 2001 un gruppo di membri di Legambiente diede il via alla prima “artigianale” iniziativa di car sharing a Milano, seguita a breve tempo da ICS – Iniziativa Car Sharing, un consorzio di municipalità che, col supporto economico del Ministero dell’Ambiente, si diede la missione di promuovere e sviluppare il car sharing come strumento di mobilità sostenibile in ambito urbano.
Più di vent’anni dopo, la riduzione dei veicoli privati per gli spostamenti in città, l’incentivazione al trasporto collettivo e alla mobilità sostenibile e dolce, rimangono le linee guida per il raggiungimento di obiettivi non più rimandabili.
Genova è storicamente una città laboratorio per i più diversi settori, incluso quello dei trasporti, e anche oggi c’è l’opportunità di essere early mover di nuove forme di mobilità. Non è però più tempo di sperimentazioni ma di progetti strutturali, con un orizzonte di medio lungo termine.
I veicoli elettrici e i servizi di sharing
L’evoluzione tecnologica è forse il principale fattore abilitante rispetto al passato per un sempre maggiore impiego di veicoli elettrici e condivisi.
Oggigiorno i veicoli elettrici hanno caratteristiche comparabili, se non già premianti, rispetto alle alternative termiche per tanti casi d’uso. Sono di semplice utilizzo, hanno prestazioni piacevoli e un’autonomia ragguardevole, permettono la diminuzione dell’inquinamento ambientale ed acustico, hanno tempi di ricarica che li rendono adatti alla più ampia pluralità di contesti.
Certamente non mancano ancora i punti di attenzione. Ad esempio, chi deve compiere un lungo tragitto, oltre 3-400 km di sola andata, e in breve tempo, nell’arco di una giornata lavorativa, deve sapere dove poter ricaricare il veicolo a destinazione o nel percorso e perciò fare affidamento sui servizi di ricarica. Questi servizi sono sempre più affidabili, comunicano real time la localizzazione e la disponibilità della rete tramite App o direttamente dall’auto, e consentono velocità di ricarica anche molto elevate. Una ricarica a 100 kW di potenza, tramite una colonnina Ultra Fast, permette di ricaricare un’autonomia di 150 km in una pausa caffè. Per gli spostamenti in ambito urbano, questa necessità non è tipicamente quotidiana.
La tecnologia è altresì abilitante a servizi di sharing sempre più fruibili, con la localizzazione dei veicoli, la prenotazione, l’avvio e la gestione di un noleggio che avvengono tramite App, con semplici passaggi. Il servizio di car sharing in ambito urbano permette indubbi vantaggi sia al singolo, come l’eliminazione di costi fissi, l’accesso a ZTL, la gratuità del parcheggio e l’utilizzo di corsie preferenziali, sia alla comunità, contribuendo alla riduzione di mezzi privati in città e, in caso di car sharing elettrico, dell’inquinamento.
Per le aziende può rappresentare uno strumento a disposizione di Fleet e Mobility Manager per ottimizzare la flotta aziendale, ad esempio abbassando dimensioni della flotta in car pool e conseguenti costi fissi di periodo, e di supporto alle politiche dei PSCL.
PSCL e mobilità urbana
È il c.d. decreto Rilancio (DL n.34 del 19 maggio 2020) a diminuire a 100 gli addetti che rendono necessari per l’azienda in grandi città[1], la nomina del Mobility Manager e la redazione del PSCL, il piano spostamenti casa-lavoro. Il decreto interministeriale n. 209 del 4 agosto 2021 stabilisce le linee guida per la redazione e l’implementazione del piano, inclusive di diverse misure per favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane, a partire dalla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato. Con il PSCL l’azienda analizza gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti al fine di proporre soluzioni ambientalmente sostenibili. Gli obiettivi e le iniziative dei piani rischiano di rimanere però sulla carta in assenza di un buon dialogo pubblico-privato e dell’azione della parte pubblica, a partire dalla aggregazione della domanda e dalla predisposizione di precondizioni strutturali sul territorio. Un trasporto pubblico locale efficiente, la presenza di nodi di interscambio, di percorsi ciclabili, di infrastrutture di ricarica e di ricovero per la micro-mobilità e regole stringenti di accesso per i veicoli ai centri urbani possono abilitare iniziative di successo. Allo stesso tempo devono esser stanziate adeguate risorse per incentivare il cambiamento; i buoni di mobilità, fruibili all’interno di un sistema MaaS ne sono l’esempio più facile.
Vi sono inoltre categorie di imprese e di lavoratori, si pensi alle imprese artigiane, che non rientrano nei criteri dei decreti citati ma che possono contribuire fattivamente alle iniziative per la mobilità sostenibile. Anche in questo caso le possibili iniziative non sono diverse da quelle già sperimentate più di quindici anni fa, come l’acceso preferenziale e limitato al centro storico ai soli mezzi leggeri elettrici; ma è nuovamente l’evoluzione di tecnologie e infrastrutture a consentirne una maggiore stabilità nel tempo.
Il ruolo del Corporate Car Sharing
Le soluzioni del car sharing elettrico possono ben supportare le aziende in queste attività.
I mezzi in free floating, la soluzione per girare in città con l’inizio e la conclusione di un noleggio in qualsiasi punto dell’area operativa, possono rappresentare una buona alternativa per gli spostamenti casa-lavoro e per gli spostamenti occasionali del personale nel corso della giornata. Veicoli commerciali elettrici in sharing, di diverse dimensioni, possono rispondere a una domanda stagionale di logistica di ultimo miglio o, in ottica intermodale, rappresentare la soluzione di accesso al centro urbano di date categorie professionali. Il servizio station based, la soluzione che permette di prenotare l’auto anche a distanza di tempo, è invece ideale per gli spostamenti medi e lunghi e quindi per sostituire le auto in pool che hanno un utilizzo atteso più continuativo.
Soluzioni di ricarica in ambito aziendale possono ben integrare il servizio per la ricarica pubblica di questi mezzi elettrici.
Tutto ciò non può che contribuire al processo di transizione ecologica ed energetica che ha intrapreso il nostro Paese, con beneficio per il personale, l’azienda e la collettività.
Questi temi sono stati oggetto dell’incontro “Dal termico all’elettrico. Un’opportunità per una mobilità aziendale sempre più sostenibile” organizzato il 27 gennaio 2022 a Genova da Elettra Car Sharing con CNA e l’ospitalità della Camera di Commercio. L’incontro, indirizzato ai Mobility Manager delle aziende genovesi, ha visto la partecipazione in qualità di relatori di: Comune di Genova, Confindustria, RINA, Elettra Car Sharing, ABB e CNA.
[1] L’art. 229, comma 4 prevede infatti che: “Al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all’ articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale nominando, a tal fine, un Mobility Manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile.”
[1] L’art. 229, comma 4 prevede infatti che: “Al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all’ articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale nominando, a tal fine, un Mobility Manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile.”